L’Avvocato Risponde

L’ Avvocato risponde ai quesiti che più frequentemente vengono rivolti.

La rubrica è curata dall’Avv. Claudia Spositi.

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DOMANDE FREQUENTI

Il padrone è sempre responsabile del cane?

danno cagionato da animaliEbbene si. Se il cane cagiona danni ad altre persone o ad un altro cane, la responsabilità ricade sempre sul proprietario a meno che questi non dimostri la sussistenza del cd. caso fortuito, ovvero circostanze del tutto imprevedibili e non imputabili ad alcuna sua colpa.

Per questo motivo spetta sempre al proprietario adottare ogni cautela in modo da evitare comportamenti aggressivi e dannosi del cane.

Il padrone ne risponde penalmente ( ex art 672 cp: omessa custodia e malgoverno degli animali) si in caso di inadeguata custodia sia nel caso in cui l’animale venga lasciato libero sia nel caso in cui sia stato affidato ad una persona inesperta o incapace di controllarli.

Oltre alla responsabilità penale, esiste  anche quella civile, che comporta la necessità di risarcire i danni che ha subìto la persona lesa.

 

 

Che responsabilità ha il dog sitter?

responsabilità del dog sitterIl dog sitter detiene il cane per conto del proprietario e dal momneto che ne ha la materiale disponibilità e la custodia,  ne è responsabile. Deve perciò assicurarsi che l’animale non cagioni danni a persone o cose.

Insomma, anche chi effettua servizio di dog sitter, anche se saltuario, non può esimersi da alcuna responsabilità eccependo che il cane appartiene ad altro proprietario.

 

 

Esiste un “bonus” per chi detiene animali domestici?

bonus animali domesticiNon esiste un vero e proprio bonus ma ci sono agevolazioni a livello di detrazioni fiscali.
Ad esempio, c’è la detrazione fiscale del 19% che è applicabile a:
– visite specialistiche
– interventi
– esami di laboratorio
– e acquisto di farmaci prescritti.
Esistono dei limiti che sono i seguenti:
– franchigia minima di 129,11 euro;
– limite massimo di spesa detraibile che è di 550 euro.

Alcuni Comuni prevedono ulteriori agevolazioni: per conoscerle è bene contattare l’ufficio competente.

 

 

Ho acquistato un animale e solo dopo ho scoperto che aveva una malattia congenita. Posso chiedere il rimborso?

ho comprato un cane malato posso chiedere il risarcimentoChi acquista un animale da compagnia, gode della tutela prevista dal Codice del Consumo ovvero 60 giorni di tempo per effettuare una contestazione al venditore.
A questo punto l’acquirente può:
1-  chiedere lo scioglimento del contratto, restituendo il cane
2- chiedere la riduzione del prezzo corrisposto.
Il termine dei 60 giorni decorre da quando il compratore è giunto a conoscenza della patologia.
Per questo motivo, bisogna esibire al venditore il certificato di un veterinario che attesti la sussistenza della malattia

 

 

Il collare anti-abbaio è legale?

il collare anti-abbaio è legaleIl collare anti-abbaio è quel collare che, una volta indossato ed azionato tramite telecomando a distanza, produce scosse elettriche sul cane.

Viene, purtroppo, ancora adoperato per finalità di addestramento. La Corte di Cassazione sezione 3 con la sentenza numero 35847 del 28 agosto 2023 ha ribadito che questo tipo di collare è assolutamente da vietare in quanto provoca gravi sofferenze nell’animale.

Secondo gli Ermellini  far indossare questo tipo di collare significa deternere gli animali in condizioni “incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze”.  Insomma chi lo fa ricade nella previsione di cui all’art. 727 del codice penale.

 

 

padrone il quale è tenuto comunque a provvedere ad un'adeguata custodia dell’animale al fine di evitare danni o lesioni a cose o persone di cui poi ne deve rispondere direttamente.Davanti al mio cancello ho messo il cartello “attenti al cane”: è sufficiente per non essere responsabili?

Il proprietario risponde sempre dei danni che cagiona l’animale: di conseguenza il padrone deve sempre custodire adeguatamente il cane onde evitare danni o lesioni a cose o persone di cui poi ne deve rispondere direttamente.

Per escludere la sua responsabilità non è sufficiente racchiudere l’animale in un recinto privato, nè basta apporre il cartello “attenti al cane”.

Per escludere la sua responsabilità il padrone deve provare il caso fortuito o la forza maggiore.

Vuoi saperne di più? Contattami per una consulenza gratuita

 

 

I cani possono entrare nel supermercato?

I cani possono entrare nel supermercatoIl Ministero della Salute ha inviato due note rispettivamente alle Regioni e Asl pubbliche con cui ha chiarito le modalità d’accesso dei cani nei supermercati.

I cani possono entrare se il regolamento della catena di distribuzione o i titolari dell’esercizio lo consentono, previa adeguata tutela dell’igiene e della sicurezza dei cibi in vendita. Naturalmente è un regolamento generale e non vincolante: i singoli esercizi sono liberi di stabilire regole diverse, più ampie o più restrittive.

 

 

Mai tirare sassi ai cani sui balconi, neanche per scherzo!

tirare sassi contro i cani è un reatoLo ha stabilito la Corte di Cassazione con la recente sentenza n. 12001/2023 stabilendo che un comportamento del genere integra il reato di cui all’art. 544-ter c.p. Nè la persona può giustificarsi dicendo di non aver cagionato nessun danno!

 

 

 

 

Una coppia di fatto si separa e il giudice assegna il cane all’uomo. Ecco perché

finisce la convivenza a chi spetta il cane

Esaminiamo i fatti: una convivenza finisce dopo soli 4 mesi e scoppia la lite circa l’affidamento del cane. Giunti in Cassazione, gli Ermellini hanno stabilito che il cane spetta all’uomo che ne ha provato la proprietà.

Alla donna, che non è stata in grado di dimostrare la sussistenza di un legame affettivo con l’animale, non è stato riconosciuto neanche il diritto di visita (ordinanza 8459/2023)

 

 

 

Quanti cani o gatti si possono tenere in casa o in giardino?

quanti cani o gatti si possono tenere in casaPer ragioni igieniche, per la tutela del benessere animale e per evitare di molestare i vicini, secondo la Cassazione ci deve essere un limite al numero di animali che si possono tenere in giardino o in casa.

In realtà, non esiste un limite prestabilito. Bisogna di volta in volta tenere conto di tanti fattori tra cui le dimensioni dell’abitazione, del giardino, la distanza rispetto agli altri edifici e le immissioni provocate (laddove per immissioni si intendono sia gli odori che i rumori).

Per evitare sanzioni, il sequestro degli animali ma ancor prima per far vivere dignitosamente i nostri amici a 4 zampe è sempre preferibile organizzarsi secondo le loro esigenze ed il nostro buonsenso!

 

 

Se il tuo cane è scappato rischi delle multe. Ecco come evitarle.

cane smarrito che fareRitrovare il proprio cane nel minor tempo possibile è fondamentale sia per garantire l’incolumità dell’animale, sia per evitare multe. Con riferimento a questo secondo aspetto ecco cosa è necessario fare.

Innanzitutto, bisogna al più presto denunciare lo smarrimento del cane alle autorità con un atto formale, non basta mettere il post su Facebook.

  • Poi, sempre a cura del proprietario, bisogna denunciare lo smarrimento anche alla sezione veterinaria dell’Asl di appartenenza
  • Infine, occorre segnalare la scomparsa anche  all’Ufficio tutela animali del comune

 

È possibile vietare agli animali domestici l’uso dell’ascensore anche insieme ai padroni?

 

il cane può andare in ascensoreAi sensi del comma 5 all’articolo 1138 del codice civile il le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici. Da ciò discende che la presenza degli animali in ascensore deve ritenersi tollerata. La questione, però, non è pacifica in giurisprudenza anche se alla luce delle recenti pronunce è lecito ritenere illegittime le clausole che impediscono l’uso dell’ascensore agli animali domestici, a condizione che il bene venga utilizzato in modo del tutto conforme alla sua destinazione.

 

 

È obbligatorio posizionare il cartello “Attenti al cane” davanti alla porta o al cancello?

cartello attenti al caneIn realtà la legge non prevede nulla al riguardo. Questo significa che chi non appone il cartello non rischia nulla, analogamente chi lo mette non può affatto ritersi esonerato da responsabilità in caso di incidenti.

Ricordo infatti, che il proprietario o chi detiene l’animale (es. dog sitter) risponde pienamente in sede civile e penale dei danni cagionati dall’animale.
L’eventuale apposizione di un cartello può eventualmente essere utile per informare e, quindi, per generare consapevolezza di cautela nel caso ci si imbatta con il cane.

 

Hai comprato un cane e poi hai scoperto che era malato? Ecco cosa puoi fare.

acquisto cane malatoL’acquisto di animali da compagnia da un privato rientra a tutti gli effetti nella disciplina del contratto di compravendita. La previsione del Codice Civile è che i “vizi” della cosa acquistata debbano essere denunciati entro 8 giorni dalla scoperta.  In realtà la Corte di Cassazione  con l’ordinanza n. 35844/2022 ha precisato che la persona fisica che acquista un animale da compagnia assume la veste di consumatore e il cane deve essere inteso quale “bene di consumo”. Da ciò discende che la denuncia del difetto della cosa venduta è soggetta al termine di decadenza di due mesi dalla data in cui il difetto viene scoperto.

 

 

Animali nei circhi: si possono vietare in Italia e cosa si può fare?

animali nei circhiPurtroppo ad oggi la legge italiana non vieta l’uso di animali (anche selvatici o appartenenti a specie in via di estinzione) nei circhi. La normativa di riferimento è la legge n.337 del 1968 in tema di “Disposizioni sui circhi equestri e sullo spettacolo viaggiante” rimasta purtroppo immutata nel tempo, malgrado la crescente sensibilità del pubblico verso l’animale come essere senziente e portatore di diritti, come evidenziato in un recente sondaggio (commissionato nel 2021 da Eurogroup for Animals) secondo il quale il 77% degli italiani sia favorevole ad uno stop all’uso degli animali nei circhi. Anche se in altri Paesi l’utilizzo degli animali nei circhi sia stato vietato, nel Nostro Paese alcune strutture circensi ricevono ogni anno finanziamenti pubblici da parte del Ministero dei Beni culturali, Spettacolo e Turismo, legati a specifiche politiche per le attività circensi. In Italia inoltre non esiste neppure un pubblico Registro Nazionale contenente il numero esatto di animali detenuti nei circhi, né in quali circhi e neppure un elenco dei circhi registrati sul territorio nazionale.

Vi è stato tempo fa un Disegno di Legge per l’abolizione dei circhi con animali (proposto dai Ministri Franceschini-Bonisoli, poi lasciato cadere) per la riconversione dei suddetti circhi in veri e proprie attività artistiche. Si auspica che presto tale progetto di legge venga ripreso e portato a termine.

 

 

quando è obbligatoria la museruolaNel nostro ordinamento le norme in materia di museruola sono riportate nell’Ordinanza del Ministero della Salute che regola la tutela dell’incolumità pubblica dall’aggressione dei cani (art. 672 cp; art. 2052 cc 4 novembre 2010, n. 201).
Bisogna però premettere che attualmente non vi è un vero e proprio obbligo per il padrone di far indossare la museruola al proprio cane, tuttavia questa deve comunque sempre essere pronta per l’uso. Quindi, il proprietario è tenuto a portarla con sé.
Infatti si ricorda che la legge prescrive che spetta al proprietario (o a chi ne abbia la “custodia” in quel momento) “rispondere a danni o lesioni a persone, ad altri animali e a cose provocati dall’animale stesso, anche se smarrito o fuggito, a meno che non si riesca a provare il caso fortuito. Quindi è bene sapere quando va indossata la museruola:
  • quando il cane circola senza guinzaglio nei luoghi pubblici non adibiti ad aree per cani;
  • nei negozi, centri commerciali, bar, ristoranti, anche con il guinzaglio;
  • su treni, metro e autobus per cani di taglia media e grande;
  • quando si valuta il rischio che l’animale possa aggredire persone e/o altri animali perché con un trascorso difficile e/o perché manifesta aggressività;
  • quando richiesto dalla pubblica autorità (in caso di rifiuto o assenza di museruola, le multe possono arrivare fino a 300 euro). In generale però non sono soggetti all’obbligo di indossare la museruola o il guinzaglio i cani in questi casi:
– cani di taglia piccola (per es: Barboncini, Bassotti, Carlini e Chihuahua);
-cani che assistono persone ipovedenti;
-cani da guardia;
-cani poliziotto;
-cani della protezione civile;
-cani nelle aree per cani predisposte dal Comune.

Dog o cat Sitter sono soggetti a responsabilità in caso di danni? 

Dog o cat Sitter sono soggetti a responsabilità in caso di danni? Certamente, sia i cd. “Cat” che i “Dog Sitter” possono essere ritenuti responsabili dei danni cagionati dall’animale domestico in custodia o dal medesimo subiti.
Innanzitutto si deve distinguere tra il cd. “Pet Walker” e “Dog o Cat Sitter”: i primi accompagnano l’animale domestico a fare le passeggiate fuori casa e badano a lui per poche ore al giorno; i secondi trascorrono più tempo con il PET e svolgono mansioni più ampie, non soltanto quelle di portar fuori di casa l’animale o nutrirlo ma svolgono la funzione di sostituire il padrone in tutte le sue funzioni durante la sua assenza. Questa distinzione rileva anche al fine di individuare i profili di responsabilità (civili e penali) degli uni o degli altri in relazione al minore tempo che trascorrono con il pet i primi ed in relazione ai minori compiti che svolgono i cd. “pet Walker”.
In generale comunque il principio base della responsabilità resta il dovere di custodia che ha il detentore dell’animale al momento del danno. Infatti il detentore ha l’obbligo di controllare e di custodire l’animale adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi (anche all’interno dell’abitazione). In ogni caso la responsabilità del proprietario dell’animale domestico residua nell’ipotesi in cui lo stesso sia in concreto in grado di esercitare il potere di controllo, ovvero nel caso in cui abbia affidato l’animale a persona non in grado di esercitare su di esso una effettiva custodia o di contenerne il naturale slancio (es. un minorenne ovvero una persona incapace o anziana).

 

 

 

L’attività di “Dog” o “Cat Sitter” com’è regolata in Italia?

L'attività di "Dog" o "Cat Sitter" com'è regolata in Italia?Purtroppo al momento queste attività, pure se rappresentano “lavoretti” molto diffusi nel nostro Paese, non godono di una regolamentazione normativa. In ogni caso vi sono dei corsi di formazione appositi, che rilasciano dei “patentini”, utili da inserire nel curriculum vitae da inoltrare ai possibili Clienti. Infatti, viste le responsabilità civili e penali che possono derivare dall’occuparsi degli animali domestici (limitatamente al periodo in cui si bada a loro), è importante che, oltre all’amore per gli animali, vi siano capacità di empatia, di accudimento, di flessibilità, di capacità di risoluzione rapida dei problemi), ma conoscenze che si possano acquisire con la frequentazione degli appositi corsi di educazione (comportamentale, etologica e fisiologica), molto utili nel gestire al meglio l’animale domestico che si ha sotto la propria custodia e per evitare possibili casi di responsabilità.

 

 

Si può chiedere il risarcimento per i danni cagionati da animali selvatici?

danni cagionati da animali selvaticiSì. In questo caso, come chiarito dalla Corte di Cassazione, l’azione risarcitoria da parte del danneggiato ai sensi dell’art. 2052 c.c. deve essere rivolta nei confronti della Pubblica Amministrazione poiché la fauna selvatica appartiene al patrimonio indisponibile dello Stato. In particolare è alla Regione in cui si è verificato il fatto che spetta la legittimazione passiva a rispondere del danno poiché tale Ente è titolare della competenza in materia di patrimonio faunistico, nonché delle funzioni amministrative di programmazione, di coordinamento e di controllo della fauna selvatica. Il danneggiato dovrà dimostrare la presenza dell’animale selvatico ed il nesso di causalità tra il comportamento dell’animale e l’evento lesivo (nonché -in caso di sinistro stradale tra veicolo ed animale selvatico- il conducente danneggiato dovrà dimostrare di aver fatto il possibile per evitare il danno), mentre alla Regione, per esonerarsi da responsabilità, spetterà di fornire la prova del caso fortuito, ovvero che la condotta dell’animale sia stata totalmente autonoma, eccezionale, imprevedibile e non evitabile.

 

Se il mio cane di notte disturba i vicini sono tenuto al risarcimento del danno?

cosa fare se il cane disturba di notteSì. Infatti la recentissima ordinanza dello scorso 27 luglio della Corte di Cassazione sez. civile ha confermato il diritto al risarcimento del danno alla salute subìto dal condomino a causa del continuo abbaiare e dei fastidiosi guaiti (specialmente nelle ore notturne) emessi dal cane del vicino lasciato da solo di notte sul terrazzo dell’abitazione. Ovviamente in giudizio era stato provato il danno che concretamente il condomino aveva subito in conseguenza del disturbo notturno (nel caso di specie perdita della capacità lavorativa tanto da essere licenziato). Tale decisione nasce infatti da un bilanciamento degli interessi in rilievo e da una lettura normativa che armonizza le norme giuridiche in materia: se infatti da una parte l’art. 16 lett. b L. n.220/2012 (riforma del condominio) precisa che le delibere condominiali “…non possono vietare di possedere o detenere animali domestici”, dall’altro l’art. 2052 c.c. sancisce che “il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo che lo ha in uso, è responsabile  dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito”.

 

 

Can che abbaia e disturba il sonno: cosa si può fare? 

cane che abbaia e distrurbaSì, può configurarsi il reato di disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone ex art. 659 c.p. in tutti quei casi in cui il cane provochi un disturbo che superi la normale tollerabilità. E’ sufficiente, secondo la recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, che la condotta (ovvero il fatto che il proprietario non impedisca il continuo abbaiare del cane ovvero lo provochi) sia idonea ad arrecare disturbo ad un numero indeterminato di persone (non occorrendo secondo la Cassazione l’effettivo disturbo delle stesse).

 

Cane morde una persona: cosa rischia il padrone del cane?
Nel caso in cui il cane morda una persona, per il padrone (o detentore del cane) ci sono conseguenze sia civili che penali. Infatti il padrone dell’animale (anche il detentore) può essere denunciato per “omessa custodia e malgoverno di animali” ex art. 672 c.p. (multa fino ad € 258) o per  “lesione personale” ex art. 582 c.p. o per “lesione personale colposa” ex art. 590 c.p.. La pena varia inoltre in base all’entità delle lesioni riportate dal danneggiato in conseguenza del morso: se sono gravi (ovvero con prognosi di guarigione tra 21 ed 40 gg) si rischia la reclusione da 1 a 6 mesi ed una multa sino ad € 619, se sono gravissime (prognosi superiore ai 40 gg) una reclusione sino a 2 anni ed una multa fino ad € 1.239. Sul piano civilistico il proprietario del cane (o chi aveva il cane in custodia) potrà essere inoltre soggetto alla richiesta di risarcimento del danno ex art. 2052 c.c. in base all’entità del danno fisico e morale subito dal danneggiato nonché del rimborso delle spese mediche sostenute.

 

 

Quali documenti servono per viaggiare fuori dall’Europa con i propri animali domestici?

viaggiare con animaliInnanzitutto bisogna informarsi bene sulle regole vigenti nel Paese di destinazione, soprattutto per quanto riguarda le specie o le razze di animali eventualmente non ammesse in un determinato Stato (ad es. nel Regno Unito non sono ammesse le razze di cane Pitt Bull Terrier Tosa Giapponese, Dogo Argentino e Fila Brasileiro) e le vaccinazioni richieste (es. antirabbica, trattamento anti-tenia).

E’ inoltre tenere presenti le seguenti regole per il rientro in Italia (o in altri Paesi UE) in caso di viaggio fuori dall’Europa: avere sempre con sé il certificato sanitario con validità di almeno 10 gg. ( 4 mesi in caso di movimento tra Paesi UE), obbligo per il proprietario di farsi rilasciare dalla Dogana il visto di ingresso, infine la titolazione degli anticorpi contro la rabbia ( da eseguirsi almeno 30 gg. dopo il vaccino e, si raccomanda, di effettuare già prima della partenza verso un Paese extra UE, diversamente, andrà effettuata almeno 3 mesi prima del ritorno in Europa).

 

Cos’è il “Passaporto per gli animali” e come funziona?

passaporto per animaliE’ quel documento necessario (ed obbligatorio) affinché gli animali domestici possano viaggiare con i loro padroni all’interno del territorio dell’Unione Europea (norma di riferimento Regolamento UE 576/2013). Tale documento viene rilasciato dal Servizio veterinario delle AUSL competenti per territorio, riporta alcuni dati relativi al proprietario (che può richiederlo per un massimo 5 unità), la descrizione dell’animale e la sua identificazione (tramite microchip o tatuaggio), le vaccinazioni eseguite ed i trattamenti terapeutici e non ha scadenza (vale per tutta la vita dell’animale). Lo scopo è quello di tutelare la salute pubblica da rischi sanitari (rabbia). Il suddetto passaporto disciplina quindi la movimentazione a carattere non commerciale di animali domestici ma vale solamente per cani, gatti e furetti. Per le altre specie di animali, bisognerà invece richiedere il rilascio al veterinario dell’apposito certificato, previa visita sanitaria.

 

E’ possibile inserire gli animali domestici sul proprio stato di famiglia?

animali e stato di famigliaAd oggi purtroppo non è ancora consentito inserire gli animali domestici nel proprio stato di famiglia.

Ci sono tuttavia allo studio, diversi progetti di legge in tal senso: uno in particolare è portato avanti dalla deputata M.V. Brambilla. Tale proposta di legge (la AC 86) prevede che gli animali d’affezione possano essere inseriti nella famiglia anagrafica e che pertanto i proprietari potranno usufruire di benefici fiscali più sostanziosi di quelli attuali (ad es. per l’acquisto di farmaci, cibo, accessori e per sostenere i costi delle spese veterinarie). Ciò consentirà anche alle persone meno abbienti di poter fornire un’adeguata assistenza veterinaria ai propri amici a quattro zampe.

Pur se tale proposta di legge è ancora ferma in Parlamento, si auspica che i tempi siano maturi per queste novità, soprattutto alla luce della recente modifica dell’art. 9 della Costituzione con l’ingresso de “la tutela degli animali” tra i nostri principi costituzionali.

 

 

Tenere il cane chiuso in garage è reato?

Tenere il cane chiuso in garage è reato?Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha confermato che può configurare il reato di “maltrattamento di animali” (previsto e sanzionato dall’art. 544 ter c.p.) anche relegare il proprio cane in un garage, tenendolo in pessime condizioni igienico sanitarie ed in un precario stato di salute, lasciandolo sempre solo, al buio e senza possibilità di interagire con altri simili e di muoversi, non curandosi della sofferenza anche fisica dell’animale. Nel caso in questione, la Suprema Corte di Cassazione ha confermato la condanna per la sua proprietaria al pagamento di una multa di € 2.500,00 e conseguente confisca del cane (che fortunatamente è stato affidato alle cure di un’associazione animalista).

 

In caso di separazione di coniugi o conviventi, a chi spetta l’affidamento dell’animale domestico?

in caso di divorzio a chi resta l'animale?Purtroppo nella legislazione italiana ancora non esiste una normativa specifica in merito.

Pertanto l’affidamento dell’animale di compagnia dovrà essere stabilito tramite accordo privato tra le parti. In caso di disaccordo, c’è da fare una distinzione: per le coppie sposate,  sarà il Giudice a stabilire l’affidamento dell’animale ed il diritto di visita per l’altro coniuge nonché le spese di mantenimento, proprio come si fa per l’affidamento dei figli minori.

Per le coppie di fatto invece tale decisione dovrà essere frutto di un accordo (verbale o scritto) tra le parti.

 

 

Gli animali sono tutelati dalla Costituzione italiana?
tutela costituzionale degli animaliFinalmente si può rispondere che sì, la tutela degli animali ha trovato una copertura costituzionale nel nostro ordinamento.
Infatti lo scorso 8 febbraio la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva (dopo l’approvazione del Senato) il Disegno di Legge di modifica costituzionale, che prevede all’art. 9 della Costituzione un nuovo comma, a tutela degli animali.
In tale materia è inoltre posta una espressa riserva di legge secondo la quale spetta alla legge dello Stato disciplinare i modi e le forme della loro tutela.
Si può quindi affermare che la tutela degli animali assurge a principio cardine del nostro ordinamento.

 

È consentito tenere il cane legato alla catena?

cane a catena

No, ciò non è più possibile in seguito ad alcune disposizioni regionali. La Regione Lazio infatti (dopo Campania, Veneto, Puglia, Umbria, Lombardia ed Emilia Romagna), ad agosto scorso con un emendamento alle disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale, ha deciso di modificare la norma regionale (L.Reg 34/1997) sulla “Tutela degli animali di affezione e prevenzione del randagismo”, introducendo il divieto di detenere cani, o altre specie da compagnia, legate alla catena, con una previsione per i trasgressori di multe fino ad € 2.500. Finalmente questa pratica crudele è stata archiviata, con l’unica eccezione legata allo stato di salute degli animali. La catena potrebbe essere utilizzata, ad esempio, a seguito di un intervento chirurgico ma potrà essere consentita solamente tramite un certificato del veterinario che attesti la diagnosi e la durata dell’eventuale trattamento. In tutti gli altri casi, la catena sarà vietata così come il collare a strozzo.

 

 

Quali animali si possono detenere in casa?

quali animali si possono tenere in casaIn seguito alla riforma del Condominio del 2012 ed all’introduzione del modificato art. 1138 c.c., il regolamento condominiale non può impedire che i condòmini posseggano o detengano animali in casa, a meno che si tratti di un divieto adottato all’unanimità di tutti i condòmini. Gli animali che si possono detenere sono però quelli “domestici”. Quindi oltre ai comuni cani e gatti, si ritiene che possano vivere in casa anche pesci, uccelli da gabbia, tartarughe, conigli, scoiattoli, furetti e porcellini d’india, criceti, ecc, ovvero quelli che non siano vietati dalla legge (in quanto selvatici o esotici o in via di estinzione: in caso di detenzione di tali animali si rischiano gravi conseguenze penali) e che non creino pericolo per la salute e l’incolumità pubblica (sono quindi esclusi ad. es. serpenti, alligatori, scimmie, gorilla, leoni, tigri, pantere, ecc).

 

 

È consentita la detenzione di animali selvatici? Cosa si rischia?

detenzione di animali selvaticiNo, in Italia è fatto assolutamente divieto di commerciare o detenere esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici che possono costituire pericolo per la salute o l’incolumità pubblica: così stabilisce l’art. 6 co. 1 della Legge n. 150 del 1992, che ha recepito regolamenti comunitari (in particolare Reg. CEE 3626/82) e norme internazionali (come la Convenzione di Washington del 3.3.1973 cd. CITES) a tutela degli animali stessi, della loro vita e del loro habitat ma anche a salvaguardia della salute pubblica visti i rischi che queste specie possono recare all’uomo. Il decreto interministeriale del 19.4.1996 e ss. modif. individua un elenco di specie cd. “pericolose” (ad es. serpenti, alligatori, scimmie, gorilla, leoni, tigri, pantere, ecc). In caso di violazione del divieto sono previste (L. n. 62/2015) sanzioni come l’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda da 15.000€ ad € 150.000, che vengono sensibilmente inasprite in caso di recidiva o nel caso in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa. Dal divieto sono escluse specifiche strutture individuate dalla legge (ad es. acquari, giardini zoologici, centri di recupero, istituzioni scientifiche e di ricerca, circhi permanenti o itineranti, ecc.). Gli animali detenuti illegittimamente vengono confiscati ed accolti in appositi centri.

 

 

Si deve denunciare un maltrattamento di animali? Come si fa?

maltrattamento animaleAssolutamente sì, denunciare chi compie maltrattamenti sugli animali è un dovere del cittadino. Infatti qualora si venga a conoscenza di un atto di violenza verso un animale o di mancanze nei suoi confronti, si ha il dovere di intervenire. Indizi di un maltrattamento possono essere il continuo abbaiare del cane o i cattivi odori provenienti dal recinto dove è posto l’animale stesso.  Il maltrattamento di animali è un reato perseguibile d’ufficio, pertanto è sufficiente effettuare una segnalazione anche tramite il sito delle Guardie Zoofile oppure si  può denunciare il maltrattamento presso le autorità locali (in tal caso se si è in possesso di prove concrete, la risposta delle Autorità sarà immediata).

 

 

È possibile vietare ai padroni di reintrodurre in casa nuovi animali in caso di allontanamento dei precedenti?

troppi animali in casaSecondo una recentissima sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio (Sentenza n. 13172/2021) è legittima l’ordinanza del Sindaco con cui determini l’allontanamento degli animali da un padrone che li detenga in cattive condizioni igieniche ed il loro trasferimento in una struttura comunale per curarli. Tuttavia non è consentito, tramite la suddetta ordinanza, porre al padrone un divieto formulato in termini assoluti (senza termine né modalità o condizioni) di reintrodurre in casa nuovi animali. Questo è motivato, secondo il TAR del Lazio, dal fatto che non si può comprimere in modo ingiustificato ed arbitrario la libertà personale.

 

L’abbandono di animali è reato? Cosa si intende e come viene punito?

abbandono di animaleSì, chi abbandona un animale commette un reato punito dall’art.727 c.p. (come modificato dalla L. n. 189/2004) con l‘arresto fino ad un anno o l’ammenda da €1.000 ad € 10.000. Tale reato può riguardare sia gli animali domestici che quelli che abbiano acquisito abitudini alla cattività e può essere commesso sia da chi lo abbandona con la precisa volontà di farlo (ovvero volontariamente interrompe la relazione di detenzione e cura precedentemente instaurata con l’animale prima detenuto), sia da chi in generale ha l’intento di non prendersene più cura pur essendo ben consapevole dell’incapacità dell’animale di provvedere autonomamente a sé stesso. Pertanto tale reato può essere commesso anche per semplice colpa, nel caso di detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura o in stato di abbandono, tanto da privarli di cibo e acqua.

 

Il gatto può girare liberamente nei condomìni?

il gatto può girare liberamente nel condominio?In generale ciò è legittimo, ma bisogna distinguere: per i gatti di proprietà, la riforma del 2012 in materia condominiale ha stabilito che nessun regolamento può vietare ai condòmini di tenere e possedere animali domestici, compresi pure i gatti, nei singoli appartamenti, sempre che non si tratti di regolamento condominiale approvato all’unanimità. Il legislatore non ha tuttavia disciplinato l’ipotesi della frequentazione degli spazi comuni da parte dei gatti di proprietà. Pertanto, il tutto è rimesso al buon senso dei condòmini, i quali devono curarsi che i propri animali non circolino incontrollati nelle parti comuni, non arrechino disturbo agli altri condomini, non procurino danno alle strutture condominiali.

Per quanto riguarda i gatti randagi, è univoca la protezione sia da parte della legge (norme statali ed ordinanze comunali) sia della giurisprudenza per le cd “colonie feline”. Quindi in tali casi il condòmino può accudire i gatti nelle aree comuni del condominio (ad es. giardino, cortile, garage, ecc), purché rispetti le norme igieniche a tutela degli altri comproprietari e non si limiti l’uso agli altri condòmini della cosa comune. La richiesta di intervento della Asl per l’allontanamento della colonia felina da parte della assemblea condominiale può essere determinata solo in caso di grave pericolo per la sicurezza e la salute pubblica.

 

Avvelenare gli animali è reato?

animali avvelenatiAssolutamente sì. In generale fare del male ad un animale è sanzionato dall’art. 544-bis codice penale, che punisce chiunque uccida gli animali, per crudeltà o senza necessità, con la reclusione fino a 18 mesi. Nel caso specifico, il Testo Unico delle Leggi Sanitarie punisce l’immissione nell’ambiente di sostanze velenose, con un’ammenda salata e la reclusione da 6 mesi a 3 anni. la Legge sulla caccia vieta inoltre espressamente di diffondere veleni e punisce il trasgressore con un’ammenda. Questo comportamento oltre ad essere spregevole nei confronti degli animali, mette in serio pericolo anche la vita umana, pertanto è doveroso denunciare tali condotte alle Autorità, anche nel caso della semplice minaccia di avvelenamento.

 

Quando tenere il cane sul balcone diventa maltrattamento e come intervenire?

tenere un cane in balcone è reatoLasciare il cane sul balcone può configurare il reato di maltrattamenti quando l’animale viene lasciato sul balcone di casa per molte ore o per giorni interi, se non ha accesso all’interno, se è esposto alle intemperie senza avere nemmeno una cuccia in cui ripararsi, se non ha a disposizione acqua e cibo. Di solito inoltre in questi casi il cane abbaia in continuazione per attirare l’attenzione, guaisce e, nei casi più gravi, cerca di scappare scavalcando l’inferriata. Per questo, ove ricorrano queste condizioni, è necessario agire immediatamente, segnalare la cosa ai padroni dell’animale o se non pongono rimedio o non si rintracciano, avvertire le Autorità (Polizia Locale, Polizia, Carabinieri) che interverranno per mettere al sicuro il povero e provvedere contro i responsabili.

 

Cosa fare in caso di crudeltà sugli animali on line?

Cosa fare in caso di crudeltà sugli animali on line?Purtroppo la legge attualmente non prevede un reato specifico per la ripresa e/o la pubblicazione di immagini di crudeltà nei confronti degli animali anche se una normativa in questo senso sarebbe auspicabile.

Quindi in tali ipotesi quello che si può fare innanzitutto è non condividere, né divulgare, anche se con finalità di critica e di sdegno, eventuali video o immagini che rappresentano crudeltà contro gli animali, per evitare il pericolo di emulazione. In secondo luogo, si può immediatamente denunciare alle Autorità quanto riscontrato sul web e cercare nella piattaforma dove si rinviene il video o l’immagine in questione la sezione ove sia possibile segnalare il contenuto pericoloso all’Internet Service Provider (ISP).

 

La nostra Costituzione tutela gli animali?

La nostra Costituzione tutela gli animali?No, o almeno non ancora: a breve tuttavia la tutela degli animali (e dell’ambiente) sarà espressamente inserita nella nostra Costituzione e finalmente la tutela degli animali diventerà a tutti gli effetti un principio fondamentale dello Stato. Infatti lo scorso 13 ottobre è stato approvato anche dalla Camera dei Deputati (dopo il sì in Senato) il disegno di legge n. 83 per la modifica dell’art. 9 Cost. Per tale articolo, dedicato alla promozione della cultura e della ricerca scientifica, è prevista l’aggiunta di un comma secondo il quale “La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

 

Lasciare il cane in macchina costituisce sempre reato?

lasciare il cane in macchinaNo, non sempre. Se si lascia il cane in macchina per pochissimi minuti, giusto il tempo ad es. di comprare il giornale o prendere un caffè al bancone del bar, ciò non costituisce reato poiché in tali ipotesi il cane non si troverà in una situazione di sofferenza psico-fisica.

Infatti secondo una recentissima sentenza della Corte di Cassazione dell’8 ottobre scorso, “l’abitacolo di un’autovettura non è di per sé un ambiente insalubre e, come tale, incompatibile con la natura degli animali domestici”, tuttavia è pur sempre un ambiente diverso dal loro habitat naturale e di dimensioni anguste.

Pertanto, lasciare il proprio cane in macchina per ore integra il reato di maltrattamento di animali ex art. 544 ter c.p. poiché rappresenta una forma di detenzione incompatibile con la natura degli animali e tale da arrecare loro gravi sofferenze.

Tali sofferenze non necessitano di prova, in quanto sono facilmente desumibili dal contesto.

 

Il cane può entrare nel bar o sui mezzi pubblici?

il cane può entrare nei luoghi pubblici?Nel nostro Paese non c’è una legge che vieta agli animali l’accesso nei luoghi pubblici (es. bar, ristoranti, supermercati, musei, cinema ecc). Dipende quindi solo dalla scelta del proprietario dell’esercizio commerciale.

La legge impone però che per entrare nei luoghi chiusi o sui mezzi di trasporto il padrone dell’animale debba avere con sé un kit igienico, la museruola ed il guinzaglio, in difetto il padrone potrà essere multato. Inoltre per i cani di taglia media, grande o gigante è previsto il pagamento di un ticket per l’accesso ai mezzi di trasporto (i cani di piccola taglia viaggiano gratuitamente nel trasportino).

Ovviamente queste regole non si applicano per i cani di sostegno e accompagno di persone non vedenti o  con altre malattie per le quali rappresentano una terapia

 

Cosa succede se il mio cane viene morso da un altro cane?

cosa succede se il mio cane viene morso da un altro caneAl proprietario dell’altro cane ( o a colui che aveva in custodia l’animale al momento dell’accaduto) si potrà chiedere il risarcimento del danno, che potrà essere sotto forma di danno patrimoniale (cioè come rimborso delle spese veterinarie sostenute per la cura dell’animale) e/o sotto forma di danni morali per l’eventuale dolore conseguente alla morte del proprio animale d’affezione. Inoltre il proprietario dell’altro cane (o chi lo portava a passeggio al momento dell’evento) potrà essere soggetto al pagamento di una sanzione amministrativa (che va da 25 a 258 euro) per “omessa custodia e mal governo di animali”.

 

Si può tenere il cane legato alla catena?

cane legato alla catenaSecondo una recentissima sentenza della Corte di Cassazione (Sent. Cassaz. n. 34087/2021 Sez. Penale) tenere il cane legato ad una catena di soli 120 cm, in uno spazio ristretto, esposto per più ore al giorno al sole, senza fornirgli le sufficienti quantità di cibo e di acqua e senza curarne le eventuali ferite, configura il reato di maltrattamento di animali di cui all’art. 544 ter c.p. ed è punibile con la reclusione da 3 a 18 mesi o con una multa da € 5.000 ad € 30.000. Tale condotta può essere commessa da chiunque, non solo dal proprietario del cane.

 

Cosa fare in caso di minacce di morte al proprio animale domestico da parte ad es. di un vicino di casa?

minacce di morte ad animaleIn primo luogo, si può presentare un esposto formale o diffida presso le Forze dell’ordine (Polizia Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato); se le minacce continuano, si può presentare atto di denuncia querela. Infatti, le minacce di morte o di avvelenamento di un animale domestico configurano il reato di minaccia di un danno ingiusto (art. 612 c.p.c): è sufficiente che il male prospettato incuta timore, fondato, nel soggetto passivo, proprietario dell’animale.

 

È possibile fare testamento in favore del proprio animale domestico?

testamento a favore di animaliNo, il nostro ordinamento non prevede la possibilità di fare testamento direttamente in favore degli animali perché essi non sono considerati soggetti giuridici.

Esistono però soluzioni alternative: ad esempio con il testamento si può istituire erede o legatario un Ente che abbia come scopo statutario la tutela degli animali, affidando a tale Ente la cura del proprio animale domestico. In alternativa, si può istituire erede o legatario un altro soggetto giuridico (ad es. un parente o amico) di cui si abbia piena fiducia, onerandolo di utilizzare (in tutto o in parte) il bene o la somma di denaro devoluta, a vantaggio di associazioni animaliste che prendano in carico l’animale domestico del defunto o che tutelino determinati animali.

Ovviamente ciò è possibile soltanto nei limiti della quota del patrimonio ereditario disponibile, in modo da non ledere il diritto degli eredi “necessari” ossia i “legittimari”: tale quota disponibile corrisponde a circa un quarto dell’intero patrimonio ereditario.

Si può portare il cane in ufficio?

si può portare il cane in ufficioSì, se il regolamento dell’azienda lo prevede.

La normativa italiana non disciplina nulla in materia ma alcune grandi aziende (come Nintendo Italia, Purina, Google Italia, Elisabetta Franchi, Gruppo Unicredit e Mars Italia) hanno già consentito ai propri dipendenti di portare con sé in ufficio i propri cani, sempre o in via sperimentale. Questo ha reso gli impiegati meno stressati ed assenteisti e molto più produttivi.

Ovviamente l’azienda deve garantire aree dedicate, mentre i cani devono essere in regola con le vaccinazioni obbligatorie, dotati di microchip, non aggressivi ed essere già abituati a stare con altri cani.

Il padrone deve avere sempre con sé guinzaglio e museruola ed a volte è richiesto dall’azienda anche la stipula di una polizza assicurativa contro i danni causati a cose, persone od altri cani.

 

Commette reato chi investe e uccide un cane?

investire un caneSe:

  • si tratta di un incidente, quindi non c’era la volontà di uccidere l’animale;
  • il conducente ha provato a salvare il cane o gatto chiamando il soccorso veterinario.
    Non si commette reato e perciò è esclusa la responsabilità penale.

Scatta il reato solo se l’animale viene investito intenzionalmente o nel caso in cui si ometta il soccorso.

Come si denuncia chi uccide un animale

Se si ha notizia di una persona che ha ucciso un animale senza motivo, in ogni momento chiunque può sporgere denuncia alle forze dell’ordine.

E non è necessario che a presentare la denuncia sia il padrone del cane o gatto ingiustamente ucciso.

È consigliabile allegare prove, foto, video e testimonianze del fatto.

Solo il proprietario dell’animale, però, può chiedere il risarcimento danni a seguito dell’instaurazione di un processo civile.

 

È possibile sopprimere un cane o un gatto o un altro animale?È possibile sopprimere un cane o un gatto o un altro animale?

L’attuale legge italiana consente l’eutanasia degli animali, previa valutazione delle condizioni fisiche dell’animale da parte del veterinario.

Per quanto riguarda cani e gatti, si può sopprimerli se:

  • la patologia è incurabile perché grave e ad uno stadio avanzato
  • la soppressione avviene senza provocare alcun dolore o sofferenza all’animale

Insomma, non commette alcun reato chi sopprime un animale malato se il veterinario accerti che le condizioni di salute sono critiche e non ci sono margini di miglioramento.

 

 

quali pene rischia chi uccide un cane o un gattoQuali  pene rischia chi uccide un cane o un gatto?

L’uccisione di un animale è ammessa solo per motivi alimentari, di difesa, di caccia o pesca.

Al di fuori di queste ipotesi trova applicazione l’articolo 544 bis del Codice Penale secondo cui

“Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni.”

L’uccisione di un animale assume rilievo penale soltanto se “volontaria e non necessaria” cioè avvenuta all’infuori delle ipotesi sopra indicate.

 

Il guinzaglio è sempre obbligatorio?Il guinzaglio è sempre obbligatorio?

Si, nelle aree urbane, nei luoghi pubblici (anche parchi ad esempio) e nelle parti comuni del condominio (ascensore, scale, ingresso e giardino) il guinzaglio è sempre obbligatorio, anche se il cane è piccolo o innocuo (vedi ordinanza del Ministero della Salute del 6 agosto 2013).

Chi non rispetta questo obbligo è soggetto ad una multa che va da un minimo di 50 euro (se porta a spasso il cane senza guinzaglio nelle aree urbane e nei parchi pubblici) ad un massimo di300 euro se il cane si trova in una zona espressamente vietata agli animali.

Ricordiamo che i padroni dei cani sono sempre responsabili ex articolo 672 del Codice penale per i danni causati dall’omessa custodia o dal mal governo dei propri animali.

Sono esonerati dall’obbligo del guinzaglio alcuni cani: quelli delle Forze dell’ordine, della protezione civile, i cani guida per i non vedenti e da gregge.

E’ possibile lasciare i cani senza guinzaglio solo nelle “aree extraurbane” ad esempio in campagna e in montagna (ma non all’interno di parchi nazionali e zone protette), salvo diverse disposizioni locali.

 

 

Cosa succede se il mio cane morde una personaCosa succede se il mio cane morde una persona?

Se il cane morde una persona il padrone rischia la condanna per “Omessa custodia e malgoverno di animali” – articolo 672 del Codice penale – e la condanna al pagamento di una multa fino a 258 euro.

Se, a causa del morso, la persona subisce una lesione grave o gravissima, il padrone può rischiare il carcere.

Il cane non può essere abbattuto. A seguito della denuncia, però, il cane viene sottoposto ad una visita veterinaria da parte dei servizi dell’ASL per controllare i documenti dell’animale e le sue vaccinazioni.

Solo se il veterinario lo ritiene opportuno, il cane potrebbe essere iscritto nel registro “animali pericolosi” e, quindi, obbligato a circolare con guinzaglio e museruola.

 

 

cosa rischio se il mio cane morde un altro cane?Che cosa rischio se il mio cane morde un altro cane? 

Se il cane aggredisce un altro cane o un altro animale, scatta l’obbligo, in capo al padrone, di provvedere al risarcimento dei danni.

Se il cane è randagio la richiesta di risarcimento danni deve essere proposta nei confronti del Comune.

Nel caso in cui due o più cani si azzuffano, secondo il Tribunale di Milano (sentenza del 18 aprile 2012) è colpevole il padrone del cane che ha attaccato per primo.

 

cani nei parchi pubbliciIl Sindaco può vietare l’ingresso dei cani nei parchi pubblici?

Il Tar Umbria con sentenza n. 21/2021 accoglie il ricorso di un’associazione animalista e annulla l’ordinanza del Sindaco che vietava l’ingresso dei cani nei parchi pubblici anche se custoditi.

La finalità dell’ordinanza era quella di garantire il decoro.
Secondo il Tar Umbria, non è necessario un provvedimento così drastico dal momento che il decoro si persegue obbligando i padroni a raccogliere i bisogni dei cani

 

cane guida per ciechiDetrazioni fiscali per i non vedenti per acquisto e mantenimento del cane guida.

Le detrazioni che spettano ai non vedenti sono due: una per l’acquisto di cani guida e l’altra (forfettaria) per il loro mantenimento.

La Circolare n 19/E 2020 dell’Agenzia delle Entrate ha precisato chi sono i soggetti non vedenti che hanno diritto alla detrazione per l’acquisto di cane guida:

“I non vedenti sono le persone colpite da cecità assoluta, parziale, o che hanno un residuo visivo non superiore a un decimo ad entrambi gli occhi con eventuale correzione.”

I non vedenti possono detrarre dall’Irpef il 19% delle spese sostenute per l’acquisto del cane guida.

La detrazione spetta una sola volta per un periodo di quattro anni.

I non vedenti che vogliono beneficiare della detrazione devono conservare:

  • il certificato di invalidità che attesti la condizione di non vedente, rilasciato da una commissione medica pubblica;
  • la documentazione attestante il possesso del cane guida.

Per quanto riguarda il mantenimento non è necessario documentare di aver sostenuto effettivamente la spesa.

 

cane al ristorante cosa dice la leggeCani al ristorante, cosa dice la legge?

Nel giugno del 2017, il Ministero della Salute ha emesso una nota con l’intento di conferire oneri e onori ai proprietari dei ristoranti. In pratica, ai titolari dei luoghi di ristorazione, luoghi privati aperti al pubblico, spetta la decisione di far entrare i cani a patto che siano rispettate le norme igieniche che prevedono la separazione delle due zone: quella di preparazione e quella di consumazione delle vivande.

Dunque, è il propietario del ristorante che decide se far entrare o meno i cani nel locale anche in considerazione dei rapporti che intende intrattenere con la clientela.

cani gatti e lockdownCani e gatti di proprietà, randagi, appartenenti a canili o a colonie feline. Come possono essere accuditi durante questo periodo di Lockdown?

Ecco le utilissime informazioni che riporta il sito corriere.it

Fino al 3 dicembre saranno in vigore le nuove disposizioni dell’attuale Dpcm che, in base alle Regioni individuate con grado di rischio rosso-arancione-giallo, limita gli spostamenti in base a specifici territori ed orari. Queste limitazioni possono essere superate solo per motivi di lavoro, salute e situazioni di necessità. Tutte condizioni che, però, devono essere dimostrate (comprovate). Accudire gli animali, che siano di proprietà o liberi sul territorio e, quindi, di cui si ha la responsabilità, è un’attività essenziale per garantirne la salute e il benessere.

Il motivo dello spostamento deve essere comprovato: significa che colui che si sposta deve portare con sé il modello di autodichiarazione predisposto dal governo e portare con sé ogni altra documentazione che dimostri, appunto, la situazione di necessità e/o il motivo di salute . Indispensabile, sempre, indossare la mascherina, guanti se necessari, gel igienizzante ed evitare ogni forma di assembramento, restando fuori per il solo tempo necessario per svolgere l’incombenza.

Ecco il vademecum dell’Enpa per gestire gli animali domestici durante l’emergenza Covid.

1) Posso uscire all’aperto con il mio cane?
Sì, ma con gli accorgimenti per evitare i contagi e, qualora si incrociasse qualche altro individuo, rispettare la distanza interpersonale minima di almeno un metro. Se si è costretti ad uscire negli orari e/o nei luoghi sottoposti a limitazioni, portare con sé l’autodichiarazione.

2) Posso accudire i miei animali che sono distanti dal luogo dove dimoro? Posso andare ad accudire il mio cavallo?
Sì, perché gli animali non accuditi sarebbero abbandonati a sé stessi anche con rischi sanitari a causa dell’incuria e possibile morte degli stessi. Si consiglia, comunque, di organizzare gli spostamenti per lo stretto tempo necessario all’effettuazione delle operazioni di accudimento. Anche in questo caso si è costretti ad uscire negli orari e/o nei luoghi sottoposti a limitazioni, portare con sé l’autodichiarazione e, si svolge l’attività nell’interesse di una persona impossibilitata ad andare (anziana/infortunata/ricoverata/deceduta), darne specificazione nel modulo. Se ci si deve recare al di fuori del Comune, nell’autodichiarazione bisognerà motivare che lo spostamento fuori dalla zona interdetta o all’interno di una zona interdetta, si rende necessario perché non c’è nessuno in quell’area che possa occuparsene, oppure che se ne occupava qualcuno ora impossibilitato, specificandone la ragione. Se si tratta del proprio cavallo affidato ad un terzo che non può assicurare lo sgambamento, è possibile spostarsi per tale ragione, purché se ne dia atto nell’autodichiarazione ed allegando anche la certificazione del veterinario che attesti la necessità dello sgambamento quale imprescindibile necessità etologica del cavallo.

3) Sono una gattara e accudisco una colonia felina o di gatti liberi sul territorio, oppure, sono un volontario e mi prendo cura di cani liberi accuditi. Posso continuare a farlo?
Sì e anche se la colonia non è registrat. L’accudimento e la cura delle colonie feline e dei gatti in stato di libertà, garantite dalla legge n. 281/91 e, quindi, anche dei cani di quartiere e cani liberi accuditi è una “situazione di necessità” perché i gatti ed i cani liberi non sarebbero infatti accuditi e alimentati e sarebbero esposti a maltrattamento e a abbandono. Di più: se alla gattara o al volontario viene impedito di prendersi cura degli animali, di sanificare gli spazi dove abitualmente dimorano, i gatti ed i cani liberi andrebbero alla ricerca di cibo, creando potenzialmente una dispersione della colonia con relative problematiche. Attenzione: se si è costretti ad uscire negli orari e/o nei luoghi sottoposti a limitazioni, portare con sé l’autodichiarazione e, pur essendo attività consentite ad ogni cittadino ex L. 281/1991, nel caso vi sia collegamento con Enti o Associazioni di appartenenza allegare la dichiarazione dell’associazione o il modulo Asl di assegnazione diretta e nominativa della colonia felina o dei cani liberi accuditi. E se si svolge l’attività nell’interesse di una persona impossibilitata ad andare (anziana / infortunata/ricoverata / deceduta) darne specificazione nel modulo. Se ci si deve recare al di fuori del Comune, nell’autodichiarazione bisognerà motivare che lo spostamento fuori dalla zona interdetta o all’interno di una zona interdetta, nell’autodichiarazione bisognerà motivare che lo spostamento si rende necessario perché non ci sono altri volontari in quell’area, oppure che se ne occupava qualcuno ora impossibilitato, specificandone la ragione. Per maggiori dettagli, rimandiamo ai nostri suggerimenti.

4) Sono un volontario: posso continuare a fare volontariato per gli animali in una struttura?
Sì. Per recarsi presso le strutture collocate in zone interdette agli spostamenti, sarebbe utile portare con sé, oltre l’autodichiarazione, anche una dichiarazione scritta del responsabile della struttura che documenti la necessità della presenza del volontario, indicando orari e giorni di presenza. Per maggiori dettagli, rimandiamo ai nostri suggerimenti

5) Le adozioni di animali nei rifugi sono sospese?
No. Le adozioni di animali nei rifugi non sono sospese. Anche se l’adozione di animali è potrebbe sembrare un’attività “differibile” al fine di limitare lo spostamento degli umani, l’attività di gestione dei canili e gattili è permessa, quindi, anche le adozioni ma con tutti gli accorgimenti e limiti che le singole strutture adottano. Anche perché, liberare i rifugi dai cani e gatti adottati, lascia quello stesso spazio per l’ingresso di altri animali bisognosi. Ovviamente vanno seguite le regole del rifugio presso il quale si vuole adottare un animale: alcuni danno in adozione solo per appuntamento, ad esempio. Altri sono chiusi al pubblico. È bene quindi contattare telefonicamente prima la struttura, qualora si volesse adottare un animale, anche se consigliamo di recarsi nel rifugio situato nel proprio Comune di residenza. Se l’adozione deve effettuarsi presso un canile/gattile/associazione collocati in zone interdette agli spostamenti, sarebbe utile portare con sé, oltre l’autodichiarazione, anche una dichiarazione scritta del responsabile della struttura che documenti l’adozione, indicando il microchip del cane/gatto ed il libretto sanitario. Oppure, se è un’adozione tra soggetti privati, oltre l’autodichiarazione, sarebbe utile una certificazione del veterinario attestante che l’adozione è necessaria per assicurare il benessere dell’animale presso la nuova collocazione. Per maggiori dettagli, rimandiamo ai nostri suggerimenti

6) Posso segnalare un animale vagante ferito o in difficoltà?
Sì. Si deve segnalare! Per gli animali liberi sul territorio, contattare sempre il servizio di emergenza ASL o la Polizia Locale o Carabinieri Forestali o Vigili del Fuoco. Se per l’animale ferito non potesse intervenire nessuno di questi soggetti, prendere nota dell’orario di chiamata, interlocutore, motivo del mancato intervento, se l’animale è in pericolo di vita ed avvicinabile in sicurezza, condurlo al pronto soccorso veterinario più vicino. Nel modulo di autocertificazione barrare la seconda casella e specificare nelle motivazioni che trattasi di animale in pericolo di vita e di avere contattato i servizi preposti che non potevano intervenire (conservando l’elenco delle chiamate e le informazioni di cui sopra). Una volta che l’animale è stato lasciato presso la struttura veterinaria, farsi rilasciare l’attestazione dell’operazione di soccorso svolta per successivi controlli.

7) Rimarranno aperti i negozi per animali? Posso recarmi in una zona interdetta agli spostamenti per acquistare un particolare ed indispensabile cibo per il mio animale?
Sì. I negozi per animali restano aperti, ma per gli spostamenti in aree interdette sarà necessario portare con sé, oltre l’autocertificazione dove specificare l’esigenza dello spostamento, anche la certificazione veterinaria che attesti l’esigenza nutritiva.

8) Posso portare il mio animale dal veterinario? Posso andare a trovare il mio animale ricoverato? Posso andare riprenderlo dopo il ricovero? Posso portarlo dal tollettatore?
Sì. Riteniamo che in caso di emergenza (esempio: il cane o il gatto sta male) lo stato di necessità sia palese, quindi è possibile sempre avendo in tasca l’autodichiarazione se ci si reca in orari o aree interdette agli spostamenti. Si consiglia di contattare telefonicamente prima il veterinario per verificare l’apertura dell’ambulatorio e la possibilità di essere accolti in sicurezza. Se invece la visita veterinaria non è una emergenza ma è indifferibile, come anche la tolettatura, è possibile portare l’animale, ma occorre chiedere al veterinario una dichiarazione con la quale si attesti l’indifferibilità della visita. Durante il ricovero il nostro animale dovrà restare presso la struttura veterinaria e noi dovremmo astenerci dal fargli visite, a meno di specifiche e giustificate esigenze comprovate dal medico-veterinario. Se, invece, si tratta di andare a riprendere il proprio animale dal veterinario dopo un ricovero, è importante allegare il foglio di dimissione del veterinario (bisognerà chiedergli di anticiparcelo tramite email). In tutti gli altri casi, bisogna restare a casa.

9) Sono garantite le attività di accalappiamento e sterilizzazione da parte del Servizio Veterinario Pubblico?
Sì. Le Asl hanno il dovere di intervenire ogni qualvolta si tratta di gestire il controllo della popolazione canina e felina, nonché di assicurare il servizio di soccorso e sanitario per gli animali bisognosi.

È obbligatorio sterilizzare un cane?

è obbligatorio sterilizzare il caneLa legge quadro 281/1991 disciplina la materia degli animali di affezione e della prevenzione del randagismo e impone la sterilizzazione dei cani randagi.

La sterilizzazione deve essere effettuata dai servizi veterinari presso le asl previa, ovviamente, cattura del cane.

Trattandosi di una legge quadro, ciascuna Regione è autonoma di perseguire l’obiettivo di contenimento del randagismo attraverso la propria legislazione.

Se il cane è di proprietà, il padrone non può essere costretto alla sterilizzazione del suo animale.

Oramai è certo che la sterilizzazione, oltre a ridurre il numero di randagi previene l’insorgenza di diverse malattie quindi dovrebbe essere piuttosto un obbligo morale nei confronti dei nostri amati amici a 4 zampe.

Danno da animale randagio su tratto di strada statale: non si applica l’art. 2051 del Codice Civile

danno cagionato da animale randagio su strada stataleIn caso di danno cagionato da cane randagio che attraversa un tratto di strada statale, secondo la Corte di Cassazione (sentenza 22 giugno 2020, n. 12112) non si applica la previsione di cui all’art. 2051 (danno cagionato da cose in custodia).

Secondo i Giudici, infatti, in caso di sinistro su strada statale, a differenza dell’autostrada, risulta impossibile ascrivere l’evento dannoso a responsabilità custodiale dell’Anas per l’impossibilità di configurare un potere di governo talmente esteso fino al punto da garantire che la strada non sia attraversata da animali selvatici.

Cani in spiaggia: ecco cosa dice la legge

cani in spiaggia cosa dice la leggeIn Italia non esiste una normativa unica nazionale perciò bisogna destreggiarsi tra le tante ordinanze regionali o comunali. In linea di massima, nella spiaggia libera, salvo espliciti divieti con cartelli ben visibili, i cani possono essere portati in spiaggia e possono anche fare il bagno in mare. Naturalmente non devono disturbare i bagnanti e i padroni devono raccogliere le deiezioni. Per evitare sanzioni, è sempre bene informarsi prima presso il Comune o la Capitaneria di Porto.

Negli stabilimenti balneari privati la decisione spetta al proprietario/gestore. Se i cani sono ammessi, questi deve adibire una zona recintata dedicata agli animali dove i cani potranno bere ed essere lavati.

Infine, i proprietari dei cani dovranno dichiarare che l’animale è vaccinato e, se richiesto, dovranno anche esibire il libretto sanitario dell’animale.

Ricordiamo che ai sensi dell’art. 2052 del Codice Civile (Danno cagionato da animali) “Il proprietario di un animale o chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso, è responsabile dei danni cagionati dall’animale, sia che fosse sotto la sua custodia, sia che fosse smarrito o fuggito, salvo che provi il caso fortuito.”

Danni cagionati da animali selvatici. Chi ne risponde?

danno cagionato da animali domesticiIn passato, i danni cagionati dagli animali selvatici erano considerati sostanzialmente non indennizzabili, in quanto tutta la fauna selvatica era considerata res nullius.

Con la sentenza n. 7969 del 20 aprile 2020  la Corte di Cassazione ha precisato che dal momento che chi si serve dell’animale selvatico è la Regione, la legittimazione passiva spetta a questa in via esclusiva.

Quindi, in caso di danno, il privato dovrà chiamare in giudizio la Regione per ottenere il risarcimento dei danni quando cagionati da fauna selvatica.

La Regione, a sua volta, per liberarsi dalla responsabilità del danno dovrà dimostrare che il fatto sia avvenuto per “caso fortuito”.

Nel caso in cui si dimostri che il danno sia stato cagionato dalla condotta negligente di altro ente (ad esempio la Provincia) sarà cura della Regione rivalersi nei confronti di detto ente.

Per approfondire clicca qui

Se una persona è affetta da covid19 può gestire il suo animale domestico?

l'avvocato risponde su animali domestici e covidL’Avvocato risponde. Oramai è pacifico: contrariamente a quanto falsamente diffuso, non c’è nessuna evidenza scientifica che gli animali domestici possano diffondere SARS-CoV-2. La sua principale via di tramissione è riconosciuta essere il contagio interumano.

Dal momento che studi sperimentali e sorveglianza veterinaria suggeriscono che gli animali domestici siano suscettibili a SARS-CoV-2, è importante che  gli animali di pazienti affetti da COVID-19 vengano protetti.

A questo proposito, sono tante le associazioni nazionali che hanno attivato un servizio di volontariato. Vi suggeriamo di mettervi in contatto con le principali quali Lav, Enpa, LNDC

E’ possibile uscire a passeggio con il cane anche se c’è emergenza coronavirus?

uscire con il cane durante il coronavirusA seguito dell’entrata in vigore del decreto che limita gli spostamenti per ridurre al minimo il contagio da coronavirus, tanti cittadini hanno espresso le loro perplessità legate alla necessità di portare fuori il cane. Il presidente della Lav Gianluca Felicetti ha chiarito ogni dubbio sostenendo che non solo è lecito uscire con il cane per le sue necessità fisiologiche ma è altresì consentito spostarsi cambiando Comune o provincia in caso di necessità mediche dell’animale, quali ad esempio un intervento chirurgico o acquisto di cibo veterinario specifico. In questi casi però occorre essere muniti di certificato veterinario oltre che di autocertificazione.

Tra gli spostamenti di necessità vengono annoverati anche quelli dei cittadini costretti a muoversi per accudire colonie feline, anche se non riconosciute, e cani di quartiere. Anzi, guai a non farlo! In caso contrario si incorrerebbe nel reato di omissione di assistenza animale.

Considerata, tuttavia, la particolare situazione di emergenza, è possibile che queste disposizioni possono essere soggette a modifiche. Per questo motivo vi invitiamo a contattare le autorità di Pubblica Sicurezza del Comune ove risiedete per avere ragguagli in merito.

Collare elettrico e antiabbaio. Cosa dice la legge?

collare elettrico Secondo la giurisprudenza, l’impiego del collare elettrico per fini di addestramento rientra nella previsione di cui all’art. 727 c.p., con particolare riguardo al comma II proprio laddove è prevista una sanzione per tutti coloro che detengono animali in condizioni incompatibili con la loro natura o produttive di gravi sofferenze.

L’impiego del collare elettrico con emissioni di scariche antiabbaio, invece, configura l’ ipotesi di maltrattamento di animali, prevista e disciplinata dall’art. 544 ter c.p. che testualmente recita: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro .

  1. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
  2. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale.

E’ ammessa l’eutanasia negli animali?

l'avvocato risponde sull'eutanasia animaliLa legge n. 189/04 vieta qualsiasi uccisione provocata per crudeltà o in assenza di necessità (Art. 544 bis C.p.) Dunque l’eutanasia può essere praticata solamente se è inevitabile e nell’interesse degli animali, non del proprietario.

Ai sensi della legge n. 281/91 non è consentita la soppressione degli animali randagi motivo per cui anche i cani presenti in canili e rifugi possono essere soppressi solo ed esclusivamente se gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.

Insomma, l’eutanasia è ammessa solo se l’animale è:

  1. di comprovata aggressività e pericolosità:
  2. gravemente malato: deve trattarsi di malattia allo stato terminale, quando oramai l’organismo non riesce a reagire neanche più ai farmaci. Non rientrano in questa fattispecie le malattie croniche le quali possono essere tenute tranquillamente sotto controllo da adeguata terapia farmacologica
  3. incurabile: rientrano in questa ipotesi gli animali in grave stato di sofferenza: non mangiano, non riescono a deambulare, non respirano bene, hanno dolori e soffferenze incurabili per le quali non è praticabile nessuna terapia medica. La decisione spetta al veterinario non certo al proprietario il quale, se deliberatamente non cura l’animale e ne determina un peggioramento delle sue condizioni, incorre nel reato di maltrattamento animale.

Posso andare in bicicletta e contemporaneamente condurre il mio cane al guinzaglio?

cane trainato da biciclettaL’Avvocato risponde: assolutamente NO! L’art. 182 comma 3 del Codice della Strada testualmente recita “ai ciclisti è vietato condurre animali o farsi trainare da altro veicolo” e stabilisce una sanzione amministrativa da 22 a 88 euro. Inoltre, esistono anche numerosi regolamenti locali emanati da Comuni ed amministrazioni, i quali dettano principi ispirati proprio alla tutela del benessere dell’animale. Attenzione, dunque! Se avete un quadrupede al seguito vi conviene condurre a mano bici e pelosetto!

Il mio cane è morto: posso chiedere il risarcimento anche dei danni non patrimoniali alla clinica veterinaria?

cane mortoL’Avvocato risponde. Secondo il Tribunale di Vicenza SI. L’animale d’affezione è sempre più spesso considerato un membro della famiglia (tramite aggancio all’art. 2 della Costituzione) per cui può essere risarcibile anche il danno non patrimoniale legato alla sua perdita. A tal proposito, merita segnalazione quanto ha disposto il Tribunale di Vicenza nella sentenza n. 24/2017. In pratica, i padroni avevano affidato il loro cane ad una clinica veterinaria affinché venisse sottoposto ad un intervento chirurgico. Dopo l’intervento, però, il cane è riuscito a fuggire e vane si sono rivelate le ricerche. I proprietari, perciò, hanno deciso di convenire in giudizio i proprietari della clinica veterinaria alla quale hanno chiesto il risarcimento di tutti i danni patrimoniali (relativi per lo più al costo delle varie affissioni e volantinaggio nella speranza di ritrovare il cane) e non patrimoniali (dovuti alla perdita del loro beniamino a 4 zampe). Il Tribunale di Vicenza ha ovviamente confermato la responsabilità della clinica ex art. 1228 c.c., ma ha altresì ravvisato la sussistenza anche di un  danno non patrimoniale (nel caso di specie, un danno morale risarcibile ex art. 2059 c.c.). Il rapporto con gli animali domestici, si legge in sentenza, non può essere paragonato a quello con una cosa, trattandosi di una relazione con esseri viventi prevalentemente fonti di compagnia e, nella maggior parte dei casi, considerati dai loro padroni come “membri della famiglia”.

furto dell'animale domesticoCosa bisogna fare nel caso si subisca il furto del proprio animale domestico?

Se si subisce il furto del proprio gatto o cane o altro animale, bisogna subito sporgere denuncia alle autorità competenti e segnalare l’accaduto anche al veterinario.
Nel nostro ordinamento gli animali sono assimilati alle cose, pertanto, si applica l’articolo 624 del codice penale, che punisce  il furto in generale.

morso cane randagio

Sono stato morso da un cane randagio, il Comune risarcirà il danno?

Purtroppo di recente le cose si sono un po’ complicate. Una sentenza della Corte di Cassazione (n. 18954/17 del 31.07.2017), infatti, ha stabilito che, per ottenere il risarcimento del danno, non basta più dimostrare di aver subito l’infortunio e che questo è diretta conseguenza del comportamento dell’animale, ma diventa obbligatorio dar anche prova di aver prima allertato l’amministrazione sulla presenza dei cani randagi nella zona in modo che questa possa richiedere l’intervento del servizio di cattura gestito dall’Asl. In buona sostanza, chi viene morso da un cane di strada o per causa di questo sbanda con l’auto deve provare la colpa del Comune che, pur sapendo della presenza dei randagi, non si è attivato. Nessun risarcimento, dunque, spetta a chi sostiene di aver subito un danno dal cane randagio ma non prova che nei giorni precedenti la presenza dell’animale in zona è stata segnalata all’ente e che questo non è intervenuto. Non conta neanche che alcuni testimoni confermino di aver visto il cane randagio «nella zona» nei giorni precedenti: affinché il Comune risarcisca il danno bisogna dimostrare di aver allertato l’amministrazione sulla presenza dell’animale.

cosa fare se un cane mordeSono stato morso da un cane di proprietà, mi spetta il risarcimento?

In linea di massima si può ottenere il risarcimento del danno perché si è stati morsi da un cane altrui mentre lo si accarezzava, anche se il comportamento dell’animale è stato imprevedibile e repentino e nulla faceva pensare a una reazione del genere. Il proprietario di un animale, infatti, è responsabile – a prescindere da sua colpa o malafede – per tutti i danni fisici provocati dal cane. Tuttavia il padrone non può essere responsabile anche dell’imprudenza altrui: secondo il Tribunale di Ascoli Piceno (Trib. Ascoli Piceno, sent. n. 1102/2016) non può essere risarcito colui che, pur accorgendosi che l’animale è nervoso, con imprudenza, gli si avvicina.

l'avvocato risponde chi porta il cane a spasso paga i danni

E’ vero che chi porta il cane a spasso, in caso di incidente, è tenuto a pagare i danni cagionati dall’animale anche se non ne è proprietario?

La Corte di Cassazione (sentenza n. 25738/2015) afferma che  “In tema di danno cagionato da animali, l’art. 2052 c.c. prevede, alternativamente e senza vincolo di solidarietà, la responsabilità del proprietario dell’animale ovvero dell’utilizzatore, evenienza questa ipotizzabile solo allorché il proprietario si sia spogliato, in fatto o in diritto, del governo dell’animale”. Ne consegue che chi ha l’animale in custodia, in caso di sinistro, è tenuto a risarcire il danno cagionato dall’animale stesso.

E’ vero che il proprietario di un animale risponde di tutti i danni da questo cagionati?

Si. Secondo l’articolo 2052 del Codice Civile, il proprietario di un animale è sempre responsabile, anche se il cane è stato debitamente addestrato oppure i danni sono stati cagionati quando l’animale girovagava perché si era smarrito o era fuggito dal recinto in cui era custodito. L’unico modo per sottrarsi a questa responsabilità così ampia è provare il “caso fortuito” ovvero che il fatto che ha cagionato il danno è stato determinato da un evento davvero eccezionale ed imprevedibile. Se l’animale è in comproprietà fra più soggetti, questi sono entrambi tenuti in solido nei confronti del danneggiato.

Ho lasciato temporaneamente il mio animale a casa di un amico, chi risponde dei danni che l’animale dovesse nel frattempo cagionare?

Anche in questo caso l’art. 2052 del Codice civile non lascia spazio a dubbi. Del danno cagionato da animali ne risponde “chi se ne serve per il tempo in cui lo ha in uso”. Quindi la responsabilità non è più del proprietario, ma di chi ha la temporanea custodia dell’animale.

Se l’animale viene rubato, il proprietario risponde dei danni che potrebbe cagionare?

No se ne denuncia il furto. Occorre dunque recarsi al più presto alla vicina stazione dei Carabinieri.

Cosa succede se l’animale scappa perché si rompe la catena?

Il padrone, per essere esente da responsabilità dovrebbe dimostrare che la corda o la catena erano integre e non affette da alcun vizio di manutenzione.

cosa fare se si vede un cane chiuso in macchinaCosa fare se si vede un cane chiuso in una macchina parcheggiata al sole?

Tenete presente che in una giornata di 26 gradi la temperatura dentro una macchina all’ombra è di 32 gradi, ma se la macchina è parcheggiata al sole si possono raggiungere il 70 gradi in pochi minuti! Perciò, se vedete un cane in una macchina in stato di stress, prendete nota del colore, modello e targa (o fate una foto). Cercate di trovare il proprietario. Se non riuscite chiamate subito il 112 o 113 sempre tenendo d’occhio il cane. Se le Forze dell’ Ordine non rispondono o impiegano  troppo tempo e la vita del cane sembra sia in imminente pericolo, trovate uno (o più) testimoni che possano verificare la situazione,  adottate subito tutte le misure necessarie per rimuovere l’animale sofferente dalla macchina e attendete l’arrivo delle Forze dell’Ordine.

È risarcibile il danno non patrimoniale cagionato dalla perdita dell’animale d’affezione? 

Secondo una recente giurisprudenza (Trib. Pavia, sez. III civile, 16 settembre 2016, n. 1266) ”…quanto al danno se non può ravvisarsi alcun danno patrimoniale perché un cucciolo di cane meticcio nato in casa e senza alcun valore economico non può aver cagionato una perdita economica ai suoi padroni, diverso è il discorso relativo alla responsabilità non patrimoniale. Nel caso in esame si è infatti in presenza di un danno non patrimoniale conseguente alla lesione di un interesse della persona umana alla conservazione di una sfera di integrità affettiva costituzionalmente protetta. (…) Le sentenze gemelle della Suprema Corte a sezioni unite del 2008 nel delineare la responsabilità per i danni non patrimoniali espressamente prevedono: “la tutela non è ristretta ai casi di diritti inviolabili della persona espressamente riconosciuti dalla Costituzione nel presente momento storico, ma (…) deve ritenersi consentito all’interprete rinvenire nel complesso sistema costituzionale indici che siano idonei a valutare se nuovi interessi emersi nella realtà sociale siano non genericamente rilevanti per l’ordinamento, ma di rango costituzionale attenendo a posizioni inviolabili della persona umana”. È indubbio che, rispetto a dieci anni fa, si sia rafforzato nella visione della comunità il bisogno di tutela di un legame che è diventato più forte tra cane e padrone, cosicché non possa considerarsi come futile la perdita dell’animale e, in determinate condizioni, quando il legame affettivo è particolarmente intenso così da far ritenere che la perdita vada a ledere la sfera emotivo-interiore del o dei padroni, il danno vada risarcito.”

Cosa rischia chi abbandona un cane o altro animale?

L’Avvocato risponde. L’articolo 727 del codice penale stabilisce che chiunque abbandona animali domestici è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa che va da mille a 10 mila euro. Stessa pena è applicata a chi detiene animali in condizioni che non sono compatibili con la loro natura provocandogli sofferenza. Stessa pena si applica anche a colui che, ad esempio, pur vedendo un cane ferito sul ciglio della strada, non prestandone soccorso, essendo l’animale incapace di prendersi cura di se, ne provoca la sofferenza. In buona sostanza, l’articolo 727, intende punire qualunque forma di indifferenza e la trascuratezza nei confronti degli animali. Il reato di abbandono scatta anche se si lascia un animale, in estate, chiuso in auto per numerose ore. In caso di condanna, inoltre, si procede anche alla confisca dell’animale.

In caso di separazione tra coniugi, come ci si comporta in presenza di un animale domestico?

Nel nostro ordinamento manca una norma di riferimento che disciplini l’affidamento di un animale domestico a seguito di separazione. Molti Tribunali, in assenza di una norma specifica, applicano, per analogia, la disciplina riservata ai figli minori: ovvero quella che privilegia l´interesse materiale-spirituale-affettivo dell´animale. In buona sostanza, anche per Fido, Micio & Co. si applicherà l’affido condiviso con divisione al 50% delle spese per il suo mantenimento (cibo, cure, ecc.)

Cos’è l’anagrafe degli animali d’affezione?

L’Anagrafe degli Animali d’Affezione è il Registro Nazionale di cani, gatti e furetti identificati con microchip in Italia.
E’ una vera banca dati, alimentata dalle singole anagrafi territoriali, il cui scopo è fornire immediatamente tutti i riferimenti utili per rintracciare il luogo di registrazione degli animali  e il loro legittimo proprietario, nel pieno rispetto della tutela della privacy del cittadino.
Tutte le regioni, perciò, sono tenute ad inviare oltre al codice dell’identificativo (microchip o tatuaggio) informazioni relative alla specie animale (cane,gatto,furetto).
L’Anagrafe degli Animali d’Affezione è realizzata dal Ministero della Salute in stretta collaborazione con le amministrazioni regionali, che vi riversano i dati locali.
Oltre a rendere più facile la restituzione dell’animale al proprietario, il sistema delle anagrafi, nazionale e territoriali, istituito con l’accordo Stato-Regioni del 6 febbraio 2003, garantisce la certezza dell’identificazione, rappresenta un efficace strumento di dissuasione dagli abbandoni degli animali, favorisce studi e interventi per la prevenzione e cura delle malattie degli animali.
La consultazione della banca dati è libera. Chiunque trovi un cane smarrito, cliccando su questo link “Anagrafe Canina può digitare il codice a 15 cifre del microchip o quello tatuato, e può risalire all’anagrafe di provenienza del cane, trovare numeri utili e sportelli a cui rivolgersi per rintracciare il proprietario. Si può compiere un’analoga ricerca anche attraverso l’eventuale microchip inserito nei gatti e nei furetti. Per ottenere il codice identificativo, è possibile effettuare la lettura del microchip presso i servizi veterinari delle Asl, gli ambulatori veterinari privati e la Polizia municipale muniti dell’apposito lettore.
Iscrizione obbligatoria
La registrazione dei cani nelle banche dati regionali, che confluiscono in quella nazionale, è un obbligo previsto dalla legge n. 281 del 1991 (Legge quadro in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo) successivamente ribadito e più dettagliatamente chiarito nella sua procedura da ordinanze ministeriali e sancito dall’Accordo 24 gennaio 2013 
Iscrizione volontaria
L’iscrizione di gatti e furetti nelle anagrafi regionali, riversata nell’Anagrafe degli Animali d’Affezione, è invece su base volontaria se non si ha la necessità di acquisire il passaporto.
È utile ricordare che i medici veterinari liberi professionisti possono registrare i gatti per scelta dei proprietari anche nella banca dati privata denominataAnagrafe Nazionale Felina” realizzata dall’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani). E’ opportuno perciò effettuare la ricerca del microchip di un gatto smarrito anche in questa banca privata. Tale banca dati non sostituisce l’Anagrafe degli Animali d’Affezione.
Anche il coniglio d’affezione ha la possibilità di essere iscritto presso una banca dati privata a lui dedicata realizzata dall’AAE-Conigli onlus (Associazione Animali Esotici- Sezione conigli) e denominata appuntoAnagrafe dei conigli. Le associazioni che hanno realizzato ed hanno la gestione di queste anagrafi private rispondono della correttezza, della completezza e della tutela della privacy dei dati che raccolgono

Gli animali sono soggetti o oggetti?

In Francia e in Germania il codice civile stabilisce che gli animali non sono cose, ma esseri senzienti. Benché fuori dall’Unione Europea, anche la Svizzera nel suo codice civile ha inserito una norma simile.
E in Italia, invece? Purtroppo il nostro codice civile considera gli animali come oggetti (in pratica né più e né meno di una sedia, un divano, per intenderci..), insomma, veri e propri beni mobili anche se da tempo la scienza li ha già classificati come esseri senzienti. Nel codice penale per fortuna sono previsti e disciplinati reati che vedono gli animali come vittime nei “delitti contro il sentimento per gli animali”. Certo, se fossero riconosciuti esseri senzienti intanto sarebbero giustamente riconosciuti come soggetti e non più come oggetti  ed avrebbero una loro identità ed un giusto riconoscimento in situazioni quali affidamento del cane o di altri animali domestici in caso di separazione  o divorzio, oppure in caso di risarcimento del danno per morte dell’animale. Oggi spesso giudici ed avvocati riscontrano notevoli difficoltà dovute, spesso, alla impossibilità di applicare agli animali la disciplina prevista per i beni mobili. Auguriamoci, dunque, che questo accada al più presto.

Quali sono gli animali d’affezione? 
Gli animali d’affezione sono definiti come quegli animali ” tenuti, o destinati ad essere tenuti dall’uomo, per compagnia o affezione senza fini produttivi o alimentari, compresi quelli che svolgono attività utili all’uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet therapy, da riabilitazione, e impiegati nella pubblicità”. Sono esclusi gli animali selvatici. Il Regolamento (CE) n. 998/2003 del 26 maggio 2003  individua le seguenti specie di animali domestici:

  • Cani
  • Gatti
  • Furetti
  • Invertebrati (escluse le api ed i crostacei)
  • Pesci tropicali decorativi
  • Anfibi e rettili
  • Uccelli (esclusi i volatili previsti dalle direttive 90/539/Cee e 92/65/Cee)
  • Roditori e conigli domestici.

l'avvocato risponde sul cane randagio

E’ vero che chi dà da mangiare ai cani randagi ne risponde civilmente e penalmente? 
L’Avvocato risponde: si, è vero. Una recentissima sentenza, la n. 17145/2017 della quarta sezione penale della Cassazione, ha stabilito che chi dà da mangiare ai cani randagi ne sarà responsabile penalmente e civilmente, soprattutto se il cane in questione aggredisce un passante. In particolare, la Suprema Corte ha stabilito che “la posizione di garanzia assunta dal detentore di un cane impone l’obbligo di controllare e di custodire l’animale adottando ogni cautela per evitare e prevenire le possibili aggressioni a terzi anche all’interno dell’abitazione”.

Quali sono le spese detraibili? E a quali animali si riferiscono?
Le spese mediche veterinarie e quelle per l’acquisto di medicinali destinati a cani, gatti e altri animali domestici, sono detraibili dall’ Irpef nella percentuale massima  del 19%, da precisare in fase di dichiarazione dei redditi. La detrazione potrà essere effettuata entro il limite complessivo di spesa (che riguarda tutti gli animali posseduti) di 387,34 euro. Questo significa che tutte le spese che superano tale importo saranno a carico del contribuente. La stessa legge prevede anche un limite minimo – cosiddetta franchigia- pari a 129,11 euro. In pratica, se si sottrae la franchigia dal limite massimo di spesa si ottiene uno sconto massimo ottenibile che è pari a 49,06 euro. Non rientrano nell’agevolazione fiscale i farmaci privi di prescrizione medica, gli antiparassitari e i mangimi, mentre sono detraibili solo le spese sostenute per animali detenuti legalmente a scopo di compagnia o per la pratica sportiva (ad esempio cani, gatti e cavalli) e non quelli detenuti per uso commerciale o attività agricole, oppure destinati alla riproduzione o al consumo alimentare. Il proprietario, quindi, dovrà essere in grado di dimostrare al Fisco di esserne il proprietario mediante  esibizione della documentazione rilasciata dalla ASL o dal medico veterinario o dall’iscrizione all’anagrafe canina   o presentando la documentazione relativa al microchip. Se per l’animale non vige l’obbligo di iscrizione, se ne può dimostrare il possesso legale tramite fatture di acquisto o documenti che ne comprovano l’adozione. Nel caso in cui il proprietario non sia in grado di fornire tali prove, rischia sanzioni per indebita detrazione e per mancata regolarizzazione del possesso dell’animale. Affinchè siano detraibili, le spese veterinarie devono essere provate a mezzo di apposita documentazione fiscale intestata al contribuente o alla persona del nucleo familiare a suo carico (ad esempio: fatture del medico veterinario e scontrini parlanti emessi dalla farmacia). Alcuni Comuni prevedono ulteriori sgravi fiscali per chi adotta un cane dal canile: ad esempio sgravi sulla tassa rifiuti o altre agevolazioni. Per maggiori informazioni occorre informarsi presso il Comune di residenza.

l'avvocato risponde

Quali sono i doveri del padrone o comunque del custode di un animale domestico? Il padrone o il custode è tenuto a: 

  • rifornire l’animale di cibo e di acqua in quantità sufficiente e con tempistica adeguata tenuto conto delle sue caratteristiche di specie, età e stato di salute.
  • Assicurargli le necessarie cure sanitarie ed un adeguato livello di benessere fisico e etologico: gli animali vanno visitati dai veterinari giusti. Chi possiede roditori, rettili, uccelli o pesci deve affidarsi ad un veterinario specializzato in animali esotici. Il benessere fisico riguarda strettamente i parametri vitali, mentre il benessere etologico riguarda la più ampia categoria delle esigenze di comportamento degli animali. Per alcune specie è molto difficile assicurare le condizioni di benessere etologico, come nel caso degli uccelli in gabbia o dei pesci in acquario. In tal caso è bene orientarsi verso specie adatte alle condizioni che siamo in grado di fornire loro agevolmente. Per maggiori info consultate i siti petfamily.it e velvetpets.it
  • Consentirgli un’adeguata possibilità di esercizio fisico: ciò coincide in parte con le esigenze etologiche descritte sopra. Per quanto riguarda i cani, oltre a garantire degli spazi minimi nei box e nei recinti, è necessario assicurare anche una quotidiana e sufficiente sgambatura (compatibilmente con l’età e la razza del cane: un cane anziano preferisce camminare di meno, un giovane husky ha bisogno di lunghissime corse), non solo per i benefici della camminata ma anche per garantire l’interazione ambientale che favorisce un buon equilibrio psichico, data l’importanza per un cane di annusare e marcare il territorio.
  • Prendere ogni possibile precauzione per impedirne la fuga: per gli animali domestici che vivono a casa, spesso l’ambiente esterno può essere ostile. Se l’animale non lo conosce (e non è conosciuto dalle persone che potrebbe incontrare), potrebbe spaventarsi, essere ferito o ucciso qualora si trovasse fuori casa: pensiamo al caso classico del gatto che cade dalla finestra o dalla terrazza. Mentre un cane è probabilmente abituato ad uscire al guinzaglio e a riconoscere l’ingresso di casa, il gatto di condominio è spesso talmente confuso e spaesato da perdersi, diventando difficile da recuperare.
  • Garantire la tutela di terzi da aggressioni: alcuni animali sono particolarmente territoriali o poco socievoli. Possono spaventare altri animali o persone, possono mettere a rischio la sicurezza stradale e possono in alcuni casi graffiare, mordere o ferire in altro modo animali o persone.
  • Assicurare la regolare pulizia degli spazi di dimora degli animali: ciò significa ciotole del cibo e dell’acqua sempre pulite. Pavimenti e superfici devono essere liberi dalle deiezioni, le lettiere vanno pulite regolarmente e tutti gli spazi vanno tenuti in condizioni igieniche ottimali, per evitare contagi e proliferazione di parassiti.

Come ci si comporta se si è testimoni di reati contro gli animali o di lesione dei loro diritti garantiti per legge?
Si sporge denuncia presso:

  • Polizia Municipale
  • Polizia di Stato
  • Carabinieri
  • Corpo Forestale dello Stato

La denuncia va presentata a mano (non usate fax o raccomandate). In alternativa ci si può rivolgere ad enti e associazioni animaliste attive sul territorio, che si possono occupare anche di fornire una consulenza per questi casi. Non dimenticate di consultare l’Avvocato Animalista più vicino a voi (elenco degli Avvocati Animalisti).

La vendita ambulante/itinerante  di animali vivi è legale?
Occorre fare riferimento alla normativa contenuta nel regolamento comunale o, allorché non si esprima in tal senso, occorre il regolamento di polizia urbana. Se nemmeno questo esiste, si deve fare riferimento alla legge regionale.

cane randagio solo

A chi appartengono i cani senza proprietario?
I cani senza alcun proprietario sono di proprietà del Sindaco. Allorché venga ritrovato un cane senza microchip, fatte le opportune ricerche al fine di individuare se effettivamente abbia un proprietario, in caso di esito negativo il cane verrà chippato ed iscritto all’anagrafe canina al fine di affidarlo a privati che se ne prendano cura.

Come faccio a sapere se un cane o gatto sono randagi o di proprietà?
Se hai trovato un cane o un gatto verifica subito se hanno il microchip. In caso positivo, controlla i database delle anagrafi online. Se non risulta nulla, rivolgiti al Servizio veterinario dell’Azienda sanitaria locale del territorio che risulta dal numero del chip. Ecco i link da consultare:
Anagrafe nazionale: → www.salute.gov.it/anagcaninapublic_new
Anagrafi regionali: → www.salute.gov.it/anagcaninapublic_new/home_anagrafi.jsp
Per maggiori info consulta il sito http://www.youanimal.it

I nostri vicini possono accendere fuochi d’artificio durante le feste locali?
Nessuna norma all’interno del nostro ordinamento consente l’utilizzo di fuochi d’artificio. Anzi, l’art. 703 del Codice Penale dispone che “Chiunque, senza la licenza dell’autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze o lungo una pubblica via o in direzione di essa spara armi da fuoco, accende fuochi d’artificio o lancia razzi o innalza aerostati con fiamme o, in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a euro 103. Se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese”. Purtroppo ciò deve anche fare i conti con le tradizioni e gli usi locali.

Quando si può rinunciare alla proprietà di un animale da compagnia?
Solo in casi di sopraggiunta incapacità fisica o sopraggiunta impossibilità economica che non consentano di fornire all’animale le adeguate cure.

Quali sono i compiti delle Asl in materia di tutela animale?
I compiti delle ASL sono innumerevoli e di fondamentale importanza. Vanno dalla prevenzione del  randagismo attraverso la sterilizzazione di cani e gatti randagi o recuperati sul territorio, alla verifica del benessere degli animali attraverso sopralluoghi sul posto in caso di denuncia.

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